Leggere ci cambia il cervello
Data la disabitudine attuale dei giovani alla lettura, discuti se possano esistere opportune alternative al sapere umanistico.
Fin dalla nascita, siamo sommersi dalla retorica di quanto faccia bene leggere. “Leggere ti apre la mente”, “Se non leggi molti libri di grandi autori, sicuramente diventerai uno zoticone e ti farai prendere in giro da chi è più sveglio di te”.
Ma siamo sicuri che sia veramente l’azione della lettura a fare da spartiacque tra burini e persone intelligenti e rispettabili? Ed è così imprescindibile leggere le opere classiche dei grandi autori per avere una cultura di base che ti permetta di farti spazio nella società?
Quella della lettura è sicuramente un’abitudine positiva e da incoraggiare, soprattutto in giovane età. Come è stato confermato anche da diversi studi, infatti, lo sforzo intellettivo richiesto dalla lettura di un libro ha sicuramente effetti positivi sul nostro cervello. Se presi come mezzo di informazione o studio, però, nonostante la loro validità, oggi i libri possono benissimo essere affiancati o sostituiti da altri strumenti, come podcast o documentari, tanto per citarne alcuni, che però, non si sa per quale motivo, non godono della stessa reputazione dei libri. Secondo la visione comune, uno dei simboli più emblematici dello spessore culturale di una persona è aver letto molti romanzi classici, come se essi fossero delle caselle da spuntare che ti permettono, se completate, di avere un’opinione rispettabile.
Da quanto riporta uno studio condotto dalla Carnagie Mellon University di Pittsburgh, la lettura di romanzi di spessore porterebbe ad un aumento dell’empatia, dovuto al nostro immedesimarsi nelle storie lette. Seguendo quanto concluso dal suddetto studio, a mio parere, i medesimi benefici dovrebbero sussistere anche dal consumo di materiale multimediale di qualità, come ad esempio i film d’autore; essi però, anche se spesso trattanti temi molto più contemporanei ed attuali, non vengono mai considerati della stessa caratura di un romanzo classico.
A mio avviso, dunque, per quanto siano indiscutibili i benefici della lettura, andrebbe superata la mentalità che vede i libri, soprattutto quelli appartenenti alla letteratura classica, come qualcosa di fondamentale e insostituibile; e ritengo pertanto, che la disabitudine ai suddetti testi, non sia effettivamente un serio problema, ma anzi, essi si possano benissimo sostituire con materiale più attuale.
Francesco Maja - 5A AFM
Ultima revisione il 30-04-2024