"Di tutti quelli che si chiamano Ulisse"

Di tutti quelli che si chiamano Ulisse - parte prima

la prima parte del cortometraggio, la seconda sarà pubblicata a settembre a coronamento degli eventi per il centenario del Casale

 

La storia

Il Casale festeggia il centenario con il cortometraggio “Di tutti quelli che si chiamano Ulisse”, dedicato a coloro che come l’eroe omerico affrontano o hanno affrontato una personale Odissea per abbandonare la terra d’origine e realizzare il proprio percorso umano. «La nostra scuola – spiega il dirigente scolastico Elda Frojo – è sempre stata aperta ad accogliere chi arrivava a Vigevano da altre terre. In cento anni queste mura sono state testimoni dei grandi flussi migratori che hanno caratterizzato la storia contemporanea italiana, ieri dalle regioni meridionali e del nord-est, oggi da ogni continente e angolo del pianeta. Nelle nostre aule crescono fianco a fianco studenti italiani, arabi, cinesi, dell’Est Europa, filippini, latinoamericani, africani in una confusione di lingue, culture e abitudini che diventa un arricchimento dell’offerta formativa».

«Questo lavoro aggiunge un tassello, perché ci permette di scoprire le storie vere, non tutte facili, di quei ragazzi e di quelle ragazze che insieme alle loro famiglie hanno compiuto un lungo viaggio inteso come ricerca della felicità, con la figura di Ulisse a fare da eroe e da fil rouge tra di esse. Conoscerle ci fa bene e ci consente di allargare i nostri orizzonti, che da oltre un anno sono schiacciati solo sulla pandemia»

Il progetto è nato nell’anno scolastico 2019-2020 come spettacolo teatrale, ma il coronavirus ha costretto a interromperlo e a riprenderlo in quello attuale cambiandogli veste. La prof.ssa Giulia Cotta Ramusino, responsabile dell’iniziativa, e Sara Urban, attrice e docente di laboratori teatrali per le scuole che ha seguito ogni fase, hanno accettato la nuova sfida, con l’aiuto della prof.ssa Alexandra Serio, che si è occupata delle riprese e del montaggio, che include anche un contributo offerto dall’artista vigevanese Ale Puro.

«Quando abbiamo iniziato – commenta Cotta Ramusino – avevo in mente le immagini dell’estate 2019, con gli sbarchi quotidiani a Lampedusa; stavo leggendo il romanzo “Circe” di Miller e mi è venuta l’idea di collegarlo con quanto stava accadendo in quello stesso mar Mediterraneo che aveva solcato anche lui»

«Ho immaginato - prosegue - il viaggio come “ricerca della felicità”, sulla falsariga del film diretto da Muccino, Sara Urban ha raccolto questi spunti e insieme al prof. Del Signore, che ha aiutato i ragazzi nella ricerca delle storie, è iniziato il lavoro che ci ha consentito di scrivere un testo davvero potente. Il valore aggiunto sono i racconti familiari, che in particolare due ragazze hanno voluto donarci nonostante ricordare volesse dire riportare alla mente passaggi dolorosi e la perdita di persone care».

La pandemia, come una delle traversie che nella realtà possono spezzare il viaggio “verso la felicità”, ha spezzato il filo del percorso, che si sarebbe dovuto concludere con la partecipazione al “Franco Agostino Teatro Festival” di Crema, ma a settembre la prof.ssa Cotta Ramusino ha deciso di trasformare uno spettacolo teatrale in un corto per salvare il lavoro fatto. In un tempo nuovo servivano strumenti nuovi: «È stata una proposta arrivata in un momento dove c’era il bisogno di relazionarsi con nuovi strumenti – conferma Urban – e ho pensato che fosse una trasformazione necessaria per il momento storico in cui ci troviamo; chi come me lavora nel mondo del teatro, si è ritrovato a doversi reinventare dei modi per portare avanti lavori e progetti, in attesa di poter tornare sul palcoscenico. Quindi mi è sembrata una bella opportunità questa metamorfosi da progetto teatrale a progetto cinematografico, soprattutto perché mi piace molto mettermi nella condizione di fare sempre qualcosa di diverso».

Ultima revisione il 22-06-2021